Alfa Romeo Giulia: in futuro anche ibrida?

Categoria: NOVITÀ AUTO
Pubblicato Domenica, 28 Giugno 2015 20:25
Scritto da Matteo "ufo" Bucchi
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Alfa Romeo Giulia 2015

È da poco stata presentata Alfa Romeo Giulia, la berlina sportiva che, nelle intenzioni di Marchionne, dovrebbe segnare il rilancio della casa italiana. Ciò che l'azienda ha mostrato durante l'unveiling ufficiale della vettura ha diviso il pubblico tra entusiasti e scettici. I primi vedono un'auto capace di regalare forti emozioni e con carattere unico, gli altri criticano, in particolare, le soluzioni estetiche poco originali e alcune scelte tecniche non particolarmente all'avanguardia. Per gli attenti all'ambiente, invece, stupisce l'assenza di qualsiasi riferimento in termini di consumi, soluzioni tecnologiche innovative o alimentazioni alternative.

Certamente la maggior parte degli appassionati di automobilismo ritiene che su un'auto berlina, per di più dal carattere sportivo, sia inutile (se non addirittura dannoso) parlare di consumi e motori innovativi. Un'auto sportiva deve consumare ed inquinare molto! Per fortuna, diversi marchi elettrici famosi dimostrano il contrario. Tanto per citarne alcuni, ricordiamo: Tesla Model S, BMW i8, Detroit Electric SP:01 e Lexus con vari modelli nella gamma Hybrid. Il nuovo gruppo FCA potrebbe ritenere poco temibile la concorrenza da parte delle alternative ibridi o elettriche, ma le vendite dell'ultimo periodo indicano esattamente il contrario. O forse, la spiegazione è molto più pragmatica e un'Alfa Romeo ibrida potrebbe essere alle porte.

Harald Wester, amministratore delegato del marchio Alfa Romeo, parlando con i giornalisti durante l'ultima edizione del Salone di Ginevra non ha rinunciato a parlare di motorizzazioni ibride. Nei piani dell'azienda italiana, infatti, anche l'ibrido è previsto, ma solo dopo il 2020, successivamente alla Giulia, al nuovo SUV già in progettazione e alla nuova generazione di Giulietta a trazione posteriore. Sono interessanti le dichiarazioni che Wester ha rilasciato in quell'occasione: "viste le norme sulle emissioni di anidride carbonica e sui consumi, in Europa come in America, non c’è alternativa: credo che dopo il 2020 un buon 40% delle vetture fascia alta sarà, gioco forza, ad alimentazione ibrida". Si nota come l'impostazione dell'azienda (e, in generale, del gruppo FCA) sia semplicemente quella di rispettare delle normative, senza particolare interesse nella tecnologia in sé. Idea confermata anche dalle dichiarazioni dello stesso Marchionne che, riguardo alla 500e (versione elettrica della city car Fiat), diceva: "spero che non compriate la 500 elettrica, perché ogni volta che ne vendo una perdo 14.000 dollari. Sono abbastanza onesto da ammetterlo". La 500 elettrica, lo ricordiamo, ha registrato un boom di prenotazioni e vendite in California, dove le normative impongono che una percentuale di vendite di una casa automobilistica sia composta da veicoli a zero emissioni, ma è stata prodotta solo in numero strettamente necessario a soddisfare le vendite.

Tornando alla Giulia, per ora sono stati rivelati i dettagli solamente della versione più performante, la quadrifloglio verde (ma non era meglio chiamarla allora GTA?). Com'è giusto che sia, il motore è un mostro di potenza a benzina. Più precisamente, si tratta di un biturbo sviluppato dalla Ferrari, dotato di ben 510 CV. Questa motorizzazione sarà in vendita da fine 2015. Da Aprile 2016 saranno invece disponibili versioni benzina e diesel più "tranquille". Per i propulsori a benzina, si ipotizza la disponibilità di un 4 cilindri turbo 2.0, con potenze comprese tra 180 e 350 CV. Più varianti sono possibili, invece, per i motori a gasolio: si parte dal 4 cilindri 2.2 litri con tre livelli di potenza (135, 180, 210 CV) e si arriva al V6 3.0 litri accreditato di 340 CV. Alla presentazione non si è nemmeno accennato a possibili soluzioni ecologiche (né elettriche, né ibride, né metano o GPL).

La nostra idea è che nel gruppo FCA manchi completamente una visione a lungo termine del mercato dell'auto. Pensare che in futuro non saranno presenti molti modelli elettrici (o almeno ibridi), quando già il presente ci dimostra che è così, è un'utopia. Praticamente tutte le case automobilistiche e, in particolare, i grandi gruppi con cui FCA dovrebbe confrontarsi, hanno un piano di sviluppo ibrido/elettrico ed almeno un paio di modelli di questo tipo. Fiat, Lancia e Alfa Romeo (per guardare solo ai marchi italiani) non hanno, invece, nulla di tutto ciò. Sarebbe più che giusto cominciare ad investire seriamente in queste tecnologie per non ritrovarsi, di nuovo, con modelli vecchi e stantii, assolutamente fuori mercato. Creare una piattaforma di gruppo, magari sfruttando anche la storia centenaria di Magneti Marelli (che fa parte di FCA), è a nostro modo di vedere un'esigenza irrinunciabile. Da questo dipende veramente il futuro del gruppo, non da singoli modelli, per quanto possano essere belli.

Alfa Romeo ha presentato un'auto sicuramente coinvolgente dal punto di vista emozionale. Il suo successo potrà finanziare la produzione del nuovo SUV e della nuova Giulietta a trazione posteriore. Questi modelli, a loro volta, dovrebbero consentire ad Alfa Romeo di investire sull'ibrido. Ma, forse, sarebbe meglio fare il contrario. Investire su soluzioni tecnologiche innovative (e non parliamo solo di scelte ecologiste) e puntare su quelle a livello di gruppo FCA. Poi equipaggiare i nuovi modelli con esse per distinguersi veramente dalla concorrenza. Perché non è il design a fare differenza nella lotta contro BMW e sorelle. Non sono nemmeno i 10 CV in più. Non è neppure il sound del motore. Al giorno d'oggi, contano le novità. E la Giulia ne ha mostrate poche, rispetto alle aspettative. L'acquirente medio, tolti i puristi dell'Alfa, si aspetta di poter sfoggiare qualche soluzione unica dopo aver sborsato dai 40 agli 80 mila euro. Che sia l'app integrata con l'auto, che sia un nuovo sistema di infotainment o la presenza di touch-screen a profusione (e, in quest'ultimo caso, la presenza di ben 6 manopole nell'abitacolo è una scelta controtendenza e difficilmente premiante).

Per il bene del marchio e dell'industria automobilistica italiana, ci auguriamo tutti che la nuova Giulia abbia successo. Speriamo che l'auto colpisca nel cuore con la sua "meccanica delle emozioni", ma dobbiamo anche rilevare che se, invece, si sceglie solo con il cervello, la Giulia dovrà faticare parecchio per dimostrare di essere migliore della concorrenza (tedesca in primis). Personalmente, mi aspetto ancora che Alfa Romeo tiri fuori un coniglio dal cilindro, rivelando all'ultimo istante un particolare rivoluzionario tenuto volutamente nascosto. Altrimenti, sarà molto difficile far cambiare idea ai clienti filotedeschi proponendo loro un'auto che, se tutto va bene, sarà solo molto simile a quelle che sono già abituati a guidare...